Introduzione impianto smaltimento RAEE R4

L'elettronica di consumo è per sua stessa natura destinata alla discarica: il ricambio generazionale dei device elettronici diventa più frequente, la vita di telefonini e computer si accorcia, il materiale elettronico da smaltire aumenta in volume e complessità, in particolare a seguito dell'introduzione delle tecnologie wireless che, energicamente autonome, aumentano il volume altamente inquinante anche delle batterie esauste.
La grande diffusione e il grande impiego nella vita di tutti i giorni delle cosiddette AEE, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, ha imposto la necessità di riuscire a recuperare le diverse componenti di cui sono costituite per avviarle singolarmente agli specifici cicli del riciclo, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuovi prodotti tecnologici.
Strettamente collegato al recupero dei materiali è il discorso dell’inquinamento dovuto a particolari costituenti potenzialmente inquinanti e/o tossici presenti all’interno di questi apparecchi.
Per facilitare il recupero delle singole componenti e evitare altresì che pericolosi elementi siano liberati nell’ambiente sono state stabilite precise regole per la realizzazione delle AEE e per la loro destinazione alla fine del ciclo di impiego.
Il decreto 151 prevede che siano considerate singolarmente tutte le fasi che costituiscono il ciclo di vita del prodotto, a partire dalla fase di progettazione che prevede agevolazioni per la fase di smontaggio, recupero e riciclaggio.
Tale decreto inoltre vieta o limita l’uso delle sostanze pericolose e inquinanti nella costruzione degli apparecchi elettrici ed elettronici e individua speciali modalità di smaltimento e recupero di questi rifiuti, affidate a centri specializzati. I tubi catodici sono per esempio estratti e stoccati in contenitori stagni per essere avviati ai centri di trattamento in cui vengono scomposti in ambienti protetti in modo da evitare la dispersione delle sostanze inquinanti nell'ambiente.
Infine, al produttore di AEE compete l’obbligo di indicare, all’interno delle istruzioni d’uso, il divieto di trattare i RAEE come rifiuti urbani, i sistemi di raccolta dei RAEE, i potenziali effetti sull’ambiente e sulla salute umana e le sanzioni previste in caso di smaltimento abusivo di questi materiali.

I prodotti

Si definiscono RAEE (rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed elettroniche) tutti i rifiuti che provengono da apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento da correnti elettriche o campi elettromagnetici.
Parliamo quindi di rottami tecnologici, quali possono essere i piccoli e grandi elettrodomestici, le apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; le apparecchiature di consumo, le apparecchiature di illuminazione, strumenti elettrici ed elettronici, etc…
Dal primo gennaio 2008, con il nuovo decreto sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, il compito di occuparsi dei RAEE passa dagli organismi comunali agli stessi produttori, che d'ora in poi saranno responsabili dei propri dispositivi sia prima che dopo la vita commerciale sul mercato e nelle case dei consumatori. Dovranno essere quindi le suddette società a raccogliere, smistare, smaltire ed eventualmente riutilizzare i RAEE.

La normativa RAEE

La materia dei RAEE è regolata da diverse direttive europee che sono state recepite in Italia con il Decreto Legislativo 151 del 25 luglio 2005. La Legge è in vigore dal 1° gennaio 2008 e coinvolge i produttori, che devono iscriversi a un apposito registro per dichiarare le quantità di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) immesse sul mercato ed entrare a far parte di un Sistema Collettivo/Consorzio che si occupa di raccolta, trasporto, stoccaggio, disassemblaggio, riciclaggio e smaltimento dei RAEE; l’esperienza del Sistema Collettivo/Consorzio garantisce un corretto percorso per il recupero dei RAEE.
In Italia, il numero di aziende produttrici e importatrici di AEE che devono ottemperare agli obblighi della nuova legge è elevatissimo: un settore produttivo che per ordine di importanza per l’economia del Paese si trova al secondo posto, subito dopo quello automobilistico.
Anche i distributori vengono coinvolti dalla nuova normativa: essi sono chiamati, con la pubblicazione di un prossimo decreto attuativo a ritirare gratuitamente i RAEE lasciati presso di loro dai consumatori e a inviarli nelle apposite piazzole ecologiche.
I cittadini sono tenuti a separare i RAEE dagli altri rifiuti e a conferirli alla distribuzione, oppure alle isole ecologiche comunali.

Il sistema organizzativo RAEE

A questo punto è chiaro che al centro del meccanismo virtuoso, che dovrebbe essere attivato dalle nuove normative ci sono i produttori, i quali dovendosi sobbarcare il maggiore onere del trattamento, del recupero e del riciclaggio dei prodotti, possono anche intervenire direttamente in questi processi con una corretta progettazione delle apparecchiature, un'accurata campagna di informazione agli utenti finali anche attraverso la documentazione fornita con i prodotti e un intenso rapporto con chi realizzerà in pratica il trattamento e lo smaltimento.
Per questo, si stanno già creando dei consorzi che riuniscono molte grandi firme dell'elettronica di consumo e della tecnologia informatica, come Re.Media
I controlli sono assicurati da tre organismi già previsti dal D.Lgs. 151, e mai, sino ad ora, diventati operativi: un Centro di coordinamento, un Comitato di indirizzo e un Comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE. Il Centro di coordinamento è costituito proprio dal consorzio, al quale partecipano tutti i sistemi collettivi di gestione dei RAEE anche professionali; i mezzi finanziari per il suo funzionamento sono assicurati dai contributi dei soggetti partecipanti.
Il Comitato di indirizzo è composto da associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e di consumatori.
Entrambi questi comitati si rapportano con il Comitato di vigilanza e controllo fornendo dati e formulando proposte.
Il Comitato di vigilanza e controllo è il punto di riferimento di tutto il sistema RAEE e si avvale dell'Apat (l'Agenzia nazionale per l'ambiente) e della Guardia di Finanza.
Anche per questo organismo gli oneri di funzionamento sono a carico dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Diritti e doveri del consumatore

Guardando le cose dal punto di vista dell'utente, presto i prodotti di elettronica in regola avranno tutti il simbolo del cestino barrato, che rappresenta il divieto per il consumatore di gettarli via tra i rifiuti generici.
All'atto dell'acquisto di un nuovo computer (o di un nuovo asciugacapelli) si potrà portare quello vecchio presso lo stesso distributore da cui si acquista il prodotto nuovo, che sarà obbligato a ritirarlo.
Ricordiamo che l'obbligo vale solo per un singolo prodotto nel cambio con l'acquisto di un prodotto nuovo dello stesso tipo, non necessariamente della stessa marca.
Nella documentazione del nuovo prodotto dovrà essere comunque riportato un testo di sensibilizzazione e di informazione sulle procedure di riciclaggio e le sanzioni previste in caso di mancato adempimento.

Obblighi e diritti

I produttori

Devono consorziarsi per provvedere alla raccolta, al trattamento e al riciclaggio delle apparecchiature.
Devono produrre la documentazione informativa per gli utenti.
Devono abolire dai nuovi prodotti l'uso di materiali pericolosi per l'ambiente.

Distributori e rivenditori

Al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura devono assicurare a chi acquista il ritiro gratuito della apparecchiatura usata.
Devono anche provvedere a informare gli acquirenti circa le modalità di raccolta differenziata e le sanzioni previste per chi trasgredisce.
Devono segnalare l'eco contributo ambientale sull'etichetta del prezzo qualora richiesto dai produttori.

Aziende, professionisti e privati

Hanno l'obbligo di non gettare via in modo indifferenziato, i prodotti contrassegnati col simbolo del cestino barrato.
Hanno il diritto di chiedere al rivenditore o distributore di ritirare gratis i prodotti vecchi, se si acquista un apparecchio nuovo dello stesso tipo.